• Introduzione
  • Le origini
  • La tradizione
  • L'impegno
  • L'innovazione
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    "Straordinario constatare come una dinastia imprenditoriale abbia saputo attraversare le varie epoche storiche, a partire dalla fine del 1400 fino a giungere ai giorni nostri; con la capacità di saper cogliere i mutamenti, con la volontà sempre rinnovata di adeguare i processi e i prodotti alle nuove esigenze dei mercati."


    - Francesco Bettoni

    Le origini

    Le prime notizie documentate della famiglia Giustacchini, della discendenza dell’attuale Giuseppe, risalgono al 1500 presso il borgo di Levrange nel comune di Pertica Bassa, luogo al tempo governato dalla Serenissima Repubblica di Venezia che con la sua politica conciliatoria favorì una rapida crescita del territorio. Il lago di Garda venne aperto e reso favorevole a numerosi mercati e l’offerta lavorativa ampia e diversificata lo resero una meta attraente, per questo sul finire del 400 diverse famiglie tra cui i Giustacchini lasciarono i boschivi territori della Val Sabbia per la nuova frontiera del Garda.

    Venezia concesse alla Riviera un regime fiscale agevolato da una serie di detassazioni, sgravi ed esenzioni che consentirono la creazione di centri d’eccellenza come Salò per l’industria del refe, Toscolano e Maderno per la produzione della carta e Gardone per la metallurgica.

    Descrittione del Territorio Bresciano con li suoi confini, incisione di Leone Pallavicino (1597). Brescia, Collezione Giustacchini

    - Descrittione del Territorio Bresciano con li suoi confini, incisione di Leone Pallavicino (1597).
    Brescia, Collezione Giustacchini.

    Ser Giustacchino

    La famiglia Giustacchini guidata da Ser Giustacchino venne attestata residente a Serniga di Salò dove diedero il nome ad un’intera via, l’antica “via per i Giustacchini” e iniziarono la loro esperienza con la produzione della carta, agevolati anche dalle risorse naturali del Garda, che ne resero particolarmente favorevole lo sviluppo.

    I maggiori sbocchi occupazionali e remunerativi attesi da Ser Giustacchino portarono i risultati sperati e i proventi di attività agricole e manifatturiere vennero subito reinvestiti nell’acquisto di proprietà terriere incrementando progressivamente il patrimonio di famiglia.

    Nei territori del Garda sono documentati diversi ceppi della grande famiglia Giustacchini: a Cecina, a Toscolano e anche a Venezia.

    Bernardino Giustacchini

    Discendente di Ser Giustacchino, dimorò a Venezia per obblighi lavorativi: rappresentò il comune di Salò per la difesa dei diritti e degli interessi comunali. Inoltre venne scelto come procuratore dai cartai di Nave, probabilmente positivamente influenzati dal nipote Agostino Stefano, mastro cartaio trasferitosi dal lago di Garda a Nave. L’illustre carriera di Bernardino, il quale si batté per le cause del suo territorio dinnanzi al governo centrale veneto, diffuse la fama delle famiglia oltre i confini Salodiani. La carriera di Bernardino e la conoscenza della famiglia nel campo della lavorazione della carta consentirono ai Giustacchini di inserirsi perfettamente nella comunità locale. Inoltre celebrando il battesimo di Carlo, figlio di Agostino Stefano, scegliendo come padrino il capostipite di una storica famiglia di cartai, gli Steffana, consolidarono le relazioni sociali della famiglia.

    La navata della Pieve di Mitria di Nave

    - La navata della Pieve di Mitria di Nave dove è stato celebrato il Battesimo di Carlo, figlio di Agostino Stefano.

    La tradizione

    La carta, a quel tempo, ricopriva un ruolo primario dell’economia dimostrato dal numero elevato di lavoratori addetti a questa attività e dalla capacità di coinvolgere diversi settori: l’edilizia, interessata alla costruzione e manutenzione degli impianti, il commercio e il trasporto delle materie prime e del prodotto finito.

    L'asciugatura della carta su stenditoio. Toscolano Maderno, Ecomuseo della Valle delle Cartiere

    - L'asciugatura della carta su stenditoio.
    Toscolano Maderno, Ecomuseo della Valle delle Cartiere.

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    Agostino Andrea

    A quel tempo la famiglia Giustacchini era rappresentata da Agostino Andrea (1690-1771) che sposando Ottavia Bonacarne, erede di un’antica casata di mastri cartai, ereditò una quota della Cartiera Superiore della Pieve e negli anni riuscì a diventarne l’unico proprietario. Agostino riunì tutte le antiche proprietà Bonacarne sotto il nome della nuova gestione della famiglia Giustacchini.

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    Foglio di carta steso ad asciugare sullo stenditoio, dove si può vedere bene la filigrana Giustacchini. Toscolano maderno, Ecomuseo della Valle delle Cartiere

    - Foglio di carta steso ad asciugare sullo stenditoio, dove si può vedere bene la filigrana Giustacchini.
    Toscolano maderno, Ecomuseo della Valle delle Cartiere.

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    Dichiarazione di originarietà

    Agostino viene nominato amministratore dei colonelli, vale a dire l’organo che ai tempi gestiva il comune. Questo ruolo dovrà presto essere abbandonato perché, secondo gli statuti comunali, i forestieri non potevano ricoprire una carica così importante e nonostante i Giustacchini risiedessero a Nave da molto tempo non erano ancora considerati originari.

    Con la morte di Agostino nel 1771 il solo che poteva prendere le redini delle cartiere fu Pietro, il quale, nonostante le difficoltà, riuscì a condurre saldamente le sorti dell’azienda di famiglia fino alle soglie del XIX secolo.

    La dichiarazione

    I primi riconoscimenti

    La prova dell’importanza della famiglia viene consolidata dalla sepoltura presso la Pieve della Mitria, in quella che fu la tomba di famiglia per tutta la prima metà del secolo, entrando ai piedi dell’altare di sinistra è collocata la lastra pavimentale in marmo di Botticino che ricorda i nomi dei Giutacchini ivi sepolti a partire da Pietro scomparso nel 1800.

    La tomba Giustacchini nel piano pavimentale nel secondo altare di sinistra presso la Pieve della Mitria di Nave.

    - La tomba Giustacchini nel piano pavimentale nel secondo altare di sinistra presso la Pieve della Mitria di Nave.

    Con la scomparsa di Pietro le cartiere passarono ai figli: il primogenito Agostino (1764- 1813) e Giuseppe Paolo (1767- 1845).

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    Veduta di Brescia da Porta San Nazaro, acquaforte di Domenico Carboni (1764). Brescia, Musei Civici di Arte e Storia.

    - Veduta di Brescia da Porta San Nazaro, acquaforte di Domenico Carboni (1764).
    Brescia, Musei Civici di Arte e Storia.

    Contrada del Piave

    Nel frattempo, a Nave, le famiglie Giustacchini, sia quella di Giuseppe che quella di Agostino, furono raccolte nel complesso produttivo residenziale della contrada della Pieve. In quel periodo era una realtà complessa che in linea con l’economia della Valle del Garza affiancava all’industria delle carte per la gelsicoltura, la bachicoltura e, in minor misura, la produzione di legna, vino e cereali ricavati dai campi e dai boschi locali.

    Registro del Catasto Napoleonico del Comune di Nave (1810). Brescia, Archivio di Stato.

    - Registro del Catasto Napoleonico del Comune di Nave (1810).
    Brescia, Archivio di Stato.

    L'espansione di Giuseppe

    Alla morte di Agostino l’eredità venne divisa tra il fratello Giuseppe che risultò proprietario esclusivo della Cartiera Inferiore e il figlio primogenito Paolo (1788- 1821) della Cartiera Superiore.

    Giuseppe Giustacchini (1835 - 1895). Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    - Giuseppe Giustacchini (1835 - 1895).
    Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    Nel 1813 Giuseppe espanse l’attività imprenditoriale a Brescia con l’apertura di un fondaco, ossia un deposito, per la rivendita di carta al dettaglio e all’ingrosso e per la selezione e vendita di panni usati, materia prima indispensabile per le cartiere. Inoltre Giuseppe riforniva cartiere e lanifici con un’ampia selezione di materie prime che riuscivano a soddisfare il fabbisogno di una clientela ramificata dalla città alla provincia.

    L'impegno

    La situazione politico - governativa si era fatta sempre più critica ed il malcontento popolare era prossimo al culmine. I primi contraccolpi al settore cartario arrivarono con le epidemie di colera iniziate nel 1836 e gli stracci furono sottoposti a divieti commerciali perché ritenuti veicolo di contagio; anche la situazione agricola non attraversava un buon periodo: le malattie del bacco da seta, della vite e degli agrumi e gli sfavorevoli eventi climatici causarono una scarsa produttività.

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    Carlo Giustacchini

    A quel tempo la conduzione dell’impresa famigliare era nella mani di Carlo (1818-1884), figlio di Paolo della Cartiera Superiore, personaggio di rilievo nelle vicende del Risorgimento, coinvolto nelle attività patriottiche ma attento alla sua attività di fabbricante di carta.

    Carlo Giustacchini. Brescia, Museo del Risorgimento.

    - Carlo Giustacchini.
    Brescia, Museo del Risorgimento.

    Carlo Giustacchini fu attivamente coinvolto tra il Piemonte e i tumulti del governo provvisorio, che culminarono con le Dieci Giornate di Brescia, rivolta della popolazione bresciana contro l’oppressione austriaca che ebbe luogo dal 23 marzo al 1° aprile del 1849. Carlo fu uno dei numerosi bresciani che si impegnarono in prima persona nell’organizzazione, nell’addestramento dei volontari e nella preparazione della rivolta. Nella casa di famiglia vennero nascosti torchio e attrezzi da stampa usati da Tito Speri, del quale Carlo viene definito intimo amico e fra i primi collaboratori nonché compagno nel movimento repubblicano che lo condusse sulle forche di Belfiore.

    Il rapporto con Tito Speri

    L'arresto di Carlo

    La polizia austriaca messa sulle tracce dei rivoluzionari procedette con la perquisizione della casa Giustacchini di Nave e con l’interrogatorio di Carlo presso le carceri del Castello di Brescia. Carlo fu arrestato il 9 settembre del 1856 con l’accusa di alto tradimento e diffusione a stampa di materiale antiaustriaco, al pari del compagno Tito Speri, condannato a morte tre anni prima. Ma la moglie di Carlo, Maria Coglio, con grande coraggio, riuscì a convincere la corte austriaca a commutare la pena capitale in una grazia e così Carlo rientra in famiglia come uomo libero ma con la confisca di tutti i suoi beni.

    Scheda di identificazione Nota al Tribunale Imperiale

    La decadenza

    Carlo mantiene una certa autorevolezza nella comunitè di Nave, dove viene scelto come comandante del corpo di Guardia Nazionale di Nave e dove partecipa al consiglio comunale in qualitè di elettore attivo e passivo con censo. Il 1861 è l’anno che registrò la decadenza di Carlo dal diritto di voto e dal ruolo di consigliere comunale perché non più in grado di pagare il censo e mantenere il suo status di possidente. La povertà si era accanita contro uno dei protagonisti dell'eroica stagione del Risorgimento bresciano e aveva decretato la fine della sua appassionata partecipazione alle vicende politiche della sua epoca.

    Omaggio augurale per Ufficiali e Militi della Guardia Nazionale, litografia Giordania e Salussolia, Ed. Gio Riaudi Torino (1861). Brescia, Collezione Giustacchini.

    - Omaggio augurale per Ufficiali e Militi della Guardia Nazionale
    Litografia Giordania e Salussolia, Ed. Gio Riaudi Torino (1861).
    Brescia, Collezione Giustacchini.

    Riccardo Giustacchini

    Un altro Giustacchini da ricordare nella storia bresciana è Riccardo (1854-1885), figlio di Pietro, il quale si votò alle esplorazioni del Corno d’Africa, iniziate ufficialmente dal governo italiano nel 1882.

    Riccardo Giustacchini. Nave, Pieve della Mitria.

    - Riccardo Giustacchini.
    Nave, Pieve della Mitria.

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    L'innovazione

    Nel favorevole contesto economico cittadino di metà Ottocento, Pietro Giustacchini (1811-1859) succedette al padre Giuseppe, il quale decise di lasciare Nave per trasferirsi a Brescia, in modo da seguire più da vicino l’attività commerciale. Ma Pietro morì prematuramente nel 1859 lasciando la ditta nelle mani dei sui figli i quali modificarono il nome in “Ditta Giuseppe e Fratelli Giustacchini fu Pietro”. In linea con le consuetudini del tempo, il nome aziendale coincise sempre con quello dei reali titolari: l’obiettivo era quello di focalizzare l’attenzione sulla garanzia del lavoro, del prodotto e del servizio offerto ai clienti; vi era un’identificazione personale del commerciante e il bene venduto non era considerato il solo oggetto dello scambio. Nel 1863 la ditta fu trasferita nell’attuale Corso Cavour dove il punto vendita Giustacchini si era trasformato in un vero e proprio negozio di cartoleria, mantenendo comunque i servizi di fornitura.

    Inventari, bilanci e lettere commerciali della Ditta Giustacchini. Brescia, Archivio Storico Giustacchini

    - Inventari, bilanci e lettere commerciali della Ditta Giustacchini.
    Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

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    Nuovi magazzini

    A partire dagli anni 80 del 1800 ci fu un crescente benessere economico, aumento dei posti di lavoro e maggiori possibilità di spesa di intere classi sociali con riscontri positivi sulle attività economiche e anche la ditta Giustacchini beneficiò della favorevole situazione economica. La famiglia acquistò nuovi magazzini che vennero affiancati al negozio di Corso Cavour. Con la scomparsa di Giuseppe, nel 1895, la conduzione famigliare passò al primogenito Pietro (1869-1938).

    Cartolina prodotta dalla Litografia Giustacchini in occasione dell'esposizione di Brescia (1904). Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    Inventari, bilanci e lettere commerciali della Ditta Giustacchini. Brescia, Archivio Storico Giustacchini

    Inventari, bilanci e lettere commerciali della Ditta Giustacchini. Brescia, Archivio Storico Giustacchini

    - Cartoline prodotte dalla Litografia Giustacchini in occasione dell'esposizione di Brescia (1904).
    Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    Omaggio augurale per Ufficiali e Militi della Guardia Nazionale, litografia Giordania e Salussolia, Ed. Gio Riaudi Torino (1861). Brescia, Collezione Giustacchini.

    - Veduta del Castello, sede dell'Esposizione Bresciana del 1904.



    Madama Butterfly di Puccini

    - Lo spettacolo Madama Butterfly di Puccini viene presentato al Teatro Grande di Brescia.

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    Pietro Giustacchini

    Pietro si inserì nel settori della nobiltà e della borghesia imprenditoriale bresciana di stampo cattolico e si occupò della produzione di carte da gioco, di un gioco da tavola chiamato “Tombola geografica” e continuò il suo progetto con carte stampate a tiratura limitata come la “Nota della lavandaia”, il gioco della dama, la tombola e i quaderni di uso comune. Pietro continuò l’esperienza editoriale con la produzione di preziosi stampati pubblicitari e raffinate cartoline illustrate.

    Il giornale bresciano Guasco fondato dal poeta Angelo Canossi e dall'artista Arnaldo Zuccari stampato dalla Tipografia Litografia Giustacchini (19 Febbraio 1907). Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana.

    - Il giornale bresciano Guasco fondato dal poeta Angelo Canossi e dall'artista Arnaldo Zuccari stampato dalla Tipografia Litografia Giustacchini (19 Febbraio 1907).
    Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana.

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    Pietro Giustacchini con la moglie, la nobildonna Lucia Salvadego, nella residenza di Concesio (1902). Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    - Pietro Giustacchini con la moglie, la nobildonna Lucia Salvadego, nella residenza di Concesio (1902).
    Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    Avvenimenti storici

    Con l'avvento della guerra vi furono gravi difficoltà economiche dovute all’aumento delle tasse, restrizioni dei servizi, dure limitazioni e soprattutto con la chiamata alle armi di tanti giovani e padri di famiglia. Nel 1916, anche Riccardo Giustacchini, figlio di Angelo e cugino di Pietro, dovette arruolarsi.

    Riccardo Giustacchini (1886 - 1916). Brescia, Archivio di Stato.

    - Riccardo Giustacchini (1886 - 1916).
    Brescia, Archivio di Stato.

    Tre settimane dopo aver scritto questa lettera, perse la vita e venne commemorato in una lapide murata alla Pieve della Mitria.

    Lettera dal fronte

    Tra le due Guerre

    Con la fine della guerra, il Paese fu inevitabilmente colpito da una drammatica crisi economica e da un alto tasso di disoccupazione. La Ditta Giustacchini è testimone della crisi, come riportano i bilanci annuali dove sono annotati tutti i clienti insolventi e i crediti da recuperare. Per affrontare questa difficile situazione i Giustacchini ampliarono la loro offerta offrendo una vasta gamma di articoli e continuando con la raccolta e la vendita di materie prime.

    Negli anni 30 l'industria bresciana riguadagnò terreno, grazie anche all'aiuto del governo, e anche i Giustacchini si inserirono nel favorevole clima acquistando un nuovo magazzino e specializzando l'assortimento merceologico con l’aggiunta di penne, quaderni, compassi, pennelli…

    Diploma di Ditta Centenaria assegnata alla Ditta Giustacchini dall'Unione dei Commercianti bresciani (1938). Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    - Diploma di Ditta Centenaria assegnata alla Ditta Giustacchini dall'Unione dei Commercianti bresciani (1938).
    Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    La Ditta Giustacchini viveva uno dei suoi momenti migliori, testimoniato anche dall’iniziativa di regalare, ai clienti più affezionati, calendari storici variamente illustrati, tradizione che dura ancora oggi.

    Calendario intestato della Ditta Giustacchini. Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    - Calendario intestato della Ditta Giustacchini.
    Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    La Seconda Guerra Mondiale

    Anno della morta del padre Pietro, che lasciò alla moglie e ai figli il difficile compito di gestire l’azienda negli anni tragici dell’entrata in guerra dell’Italia. I risvolti negativi provocarono disagi generalizzati a anche l’attività Giustacchini, così come quella di tutti i negozianti bresciani, risentì del generale clima di recessione. La situazione peggiorò ulteriormente nel 1943 quando la nazione cadde in mano tedesca.

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    Dalla ricostruzione all'attualità


    Davide Giustacchini (1930). Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    - Davide Giustacchini (1930).
    Brescia, Archivio Storico Giustacchini.

    Dopo la liberazione, per Brescia e l'intera nazione, iniziò il periodo della ricostruzione politica, economica e sociale; industria e terziario furono i settori trainanti. La cartiera della Piave di Nave venne definitivamente chiusa per arretratezza tecnologica e insostenibile concorrenza, ma venne riconosciuta dalla Regione Lombardia come sito di archeologia industriale.
    I fratelli Giustacchini gestirono la grande cartoleria di via Solferino specializzata nella cancelleria e nei prodotti per l’ufficio, il grande magazzino di via Somalia e il commercio di materiali ferrosi.

    I decenni seguenti furono caratterizzati dal rapido imporsi della grande distribuzione e i negozi Giustacchini diventarono il punto di riferimento per le forniture di uffici e aziende. Nel 1890, con la scomparsa di Davide Giustacchini, l’azienda viene divisa tra i suoi eredi e il resto della famiglia.

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    Giuseppe Giustacchini detto Pinuccio

    Nel 1982 fonda Ingros Carta Giustacchini un'azienda all’avanguardia capace di allinearsi alle esigenze di una società in continua evoluzione e nata da un modello di organizzazione aziendale inedito. A distanza di pochi anni, è stato inaugurato nel 2000 il megastore in viale Sant’Eufemia e nel 2012 a Verona, dove vi è un assortimento merceologico che spazia dalla storica cartoleria, alle forniture per l'ufficio, all'igiene per la casa, agli articoli di decoro e alle idee regalo, ai moderni servizi di stampa e packaging.

    L'azienda è attualmente gestita da Davide e Paola Giustacchini, figli di Giuseppe, continuatori di una passione e di uno sviluppo imprenditoriale che si tramanda da sedici generazioni.

    “Anche se siamo ormai all’epoca dell’e-book, l’emozione che si prova nel poter toccare, accarezzare, sfogliare e sentire il profumo della carta è indiscutibile e in nessun modo equiparabile. La carta, ha impiegato moltissimi secoli per diffondersi nel mondo, accompagnando e guidando il progresso della cultura e lo sviluppo di tutte le civiltà; è stata fedele testimone della nascita di popoli, città e religioni e ha registrato l’alternarsi e l’estinguersi di stirpi, dinastie e governi. La carta è da così lungo tempo parte della nostra vita da sembrare un elemento naturale come l’aria, l’acqua… Nel panorama dell’industria cartaria italiana si inserisce a pieno titolo la Famiglia dei Giustacchini, pionieri della produzione della carta nel Bresciano con l’azienda di Nave e testimoni dell’importante tradizione con la collezione di documenti storici data dalla grande passione di Giuseppe per il mondo della carta, della cartoleria e della stampa.”


    - "L'ineguagliabile fascino della carta" di Graziano Tonelli

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    Questo periodo storico fu caratterizzato da agitazioni politiche, tuttavia, la generale crescita dei prezzi, unitamente alla paralisi dei traffici commerciali, non influirono negativamente sulla manifattura della carta. Agevolata anche da parte del governo veneto con l’esenzione daziaria sugli stracci e la carta da esportazione, il divieto di importazione di carta straniera e la proibizione di emigrazione di manodopera qualificata.

    Il comparto produttivo della contrada della Pieve di Nave, pur non accusando instabilità, perse la sua gestione unitaria e i Giustacchini furono costretti a smembrare l’eredità in numerose frazioni. Ma il piglio imprenditoriale di Agostino, con l’aiuto dello zio paterno Carlo, possessore anch’esso di una cartiera, gli permisero di riunire nella mani della famiglia tutto il complesso delle Cartiere delle Pieve di Nave nel 1735.

    A seguito dell’obbligo di contrassegnare con un marchio la carta, per controllarne la produttività e la riscossione dei tributi, da parte della Serenissima, Agostino iniziò a contrassegnare la carta di sua produzione. Fu promotore della creazione del marchio di fabbrica Giustacchini per rendere riconoscibile il prodotto, vale a dire della creazione di un simbolo, formato dalle iniziali del nome e del cognome del mastro cartaio (AG). Le iniziali venivano apposte su ogni singolo foglio mediante il processo di lavorazione della carta con la tecnica della filigrana.

    Nel 1792 i Giustacchini avevano raggiunto un’alta posizione sociale confermata dalla dichiarazione di originarietà dovuta ad un’ordinanza che prevedeva la registrazione dell’origine di ogni singolo cittadino. Durante quest’ordinanza i Giustacchini dichiararono di essere residenti a Nave solo da una settantina d’anni, nonostante ci siano attestati già da poco dopo la metà del Cinquecento ma solo sul finire del Settecento, dopo due secoli di attività a Nave, vengono finalmente dichiarati originari:

    Adì 24 agosto 1792
    Illustrissimo ed Eccellentissimo signor
    Capitano e Vice podestà risultando dall’autentica
    fede de Reggenti della comunità di
    Nave che le rispettive famiglie delli domini
    Pietro Giustacchini quondam (fu) Agostino
    e Bortolo Spagnolo quondam Benedetto
    si siano domiciliate in quel paese da sessanta
    e più anni e che abbiano sempre supplito
    alle sanzioni reali e personali di detto
    comune. P. S. oservo delle sovrane ducali
    dell’Eccellentissimo Senato 27 settembre e 24
    novembre 1764 e del secondo Capitoli della
    Terminazione del N.H. Precessero Grimani
    2 novembre 1764; ha decretando dichiarato
    che li signori Giustacchini e Spagnoli
    con loro discendenti abbiano da ora in poi
    ad essere considerati come originari di essa
    comunità di Nave e conseguentemente a godere
    di tutte quelle prerogative e benefi ci de
    quali sono capaci li nuovi aggregati originari,
    salvo li giudizi che per detto comune
    fossero seguiti […].

    A quel tempo la situazione politica era molto complessa e il territorio bresciano, nonostante la dichiarata neutralità di Venezia, divenne teatro di ripetuti scontri tra francesi e austriaci, i quali causarono anche un generale declino economico. Il malcontento culminò quando un gruppo di giovani occupò il palazzo del Broletto, sede del governo, proclamando la Repubblica di Brescia.

    Tra gli obiettivi primari della nuova politica ci fu l’eliminazione degli antichi privilegi e alle Valli Bresciane vennero tolte tutte le agevolazioni che da secoli avevano contribuito al successo delle manifatture. Tuttavia la Valle del Garza e le cartiere Giustacchini mantennero, per la prima metà dell’800, livelli produttivi discreti e un’economia stabile. Nel frattempo, la Repubblica di Brescia, dopo solo nove mesi dalla sua costituzione, subì i nuovi equilibri politici tra Napoleone e il rappresentante dell’Austria. Il Bresciano dopo quasi 400 anni di dominazione veneta, pur con brevi periodi di governo straniero e un breve epilogo di autonomia, subì il dominio di una nuova potenza straniera: l’impero austriaco.


    L’aumento generale dei prezzi generò ripercussioni su tutto il comparto economico. Il veloce declino delle cartiere bresciane fu definitivamente determinato dalla migliore qualità del prodotto e dai tempi di lavorazione ridotti dell’estero. Nella seconda metà del 1800 le cartiere del Garza adottarono finalmente alcuni sistemi automatizzati e sul finire del secolo arrivò anche la macchina per la produzione continua.

    Su alcuni fatti di cui Carlo si rese protagonista, Luigi Re scrisse che Un giorno Bisco, colui che lo Speri aveva prescelto, assieme allo Squintani, per assassinare il commissario Rossi, avvisò il Giustacchini di tener pronta una “zerla” di vino e della carne per una domenica nella quale si sarebbe recato da lui a Nave con una comitiva di amici per mangiare i maccheroni alla napoletana che egli avrebbe portato. Fu in quell'occasione che lo Speri, il quale faceva parte della comitiva, l'incaricò dello smercio delle pericolose cartelle. Trattandosi di giovare alla patria il Giustacchini accettò di buon grado e, pochi giorni dopo, si recò a Brescia da Speri a ritirare le cartelle.
    Sono le cosiddette Cartelle del Prestito Interprovinciale coordinate dal Mazzini per finanziare le iniziative rivoluzionarie e vendute da Milano a Brescia fino in tutto il Veneto.

    Descrizione Personale di Carlo Giustacchini N. 6704

    Luogo di nascita: Nave.
    Età: d’anni 38.
    Religione: cattolica.
    Statura: oltre il metro e 76 centimetri. Corporatura: complessa.
    Faccia: ovale.
    Colorito: olivastro.
    Capelli: castagni.
    Fronte: media.
    Ciglia: castagne.
    Occhi: castagni.
    Naso: regolare.
    Bocca: media.
    Denti: sani.
    Barba: castagna intera.
    Mento: ovale.
    Marche particolari: nell’orecchio destro porta un anellino d’oro.
    Occupazione: possidente di fondi e d’unafabbrica di carta.
    Lingue: italiana.
    Vestito: di un pinzach di lana a quadretti bianco e nero, gilet di lana color caffè, calzoni di lana fondo scuro a striscie trasversali color nero, indossa una camicia colorata di cotone, al collo ha un fazzoletto di seta nero, calza stivaletti di vitello, ha in testa un cappello bianco alla puff.

    Brescia, 9 settembre 1856. Gubmayr

    Nota. All’Imperial Regio tribunale Provinciale – Sezione Feriale in Milano - N° 989.

    Trovasi arrestato alle dipendenze di questa Corte Speciale di Giustizia Carlo Giustacchini di Nave, distretto di Brescia, d’anni 38, possidente e fabbricante di carta, siccome sospetto del crimine di alto tradimento mediante stampa e diffusione di proclami incendiari. Il Giustacchini nel suo esame introdusse d’aver fatto nello scorso mese di agosto un viaggio in Piemonte senza passaporto, recandosi a Torino ed a Genova, ripatriando dopo pochi giorni. In proposito raccontava che nel 14 detto mese recavasi a Milano, ove alla sera fece l’incontro di certo signor Soldi, impiegato presso la Luogotenenza, dal quale si fece insegnare la ubicazione dell’albergo del Ponzone, ove pernottava, avendo in pari tempo richiesto al Soldi come potevasi ottenere il passaporto per continuare il viaggio. Il signor Soldi gli avrebbe risposto di recarsi alla mattina seguente all’uf cio della Luogotenenza, ove l’avrebbe opportunamente diretto, ma il Giustacchini non si prevalse di tal consiglio, essendosi avviato per Abbiategrasso senza ricapiti, ed ivi giungeva a varcare il con ne. Occorre pertanto che sulle premesse circostanze venghi assunto in esame il signor Soldi, interpellandolo ben anche sui discorsi tenuti dal Giustacchini, sugli eventuali di lui compagni, se accennasse lo scopo del suo viaggio e se lo rivedesse al suo ritorno dal Piemonte, locchè avveniva nel 20 di quel mese. Del pari sarà interpellato se Giustacchini parlasse di proclami diffusi nella provincia di Brescia e, nel caso affermativo, se accennasse i siti precisi in cui avvenne quella diffusione e se avesse cercato di esplorare l’animo del Soldi per tentare all’evenienza una diffusione di quei proclami anche in Milano. Anche il conduttore l’albergo del Ponzone verrà sentito in esame per stabilire, colla scorta del registro di consegna, l’alloggio prestato al Giustacchini, se sera associato ad altri e fossero venuti individui all’albergo per visitarlo, abbandonando al criterio ed all’occulatezza del signor Giudice Inquirente l’ulteriore interrogatorio a norma del contegno spiegato dal Giustacchini in quell’incontro. Si aggradirà il riscontro colla maggior possibile sollecitudine.

    Corvi Giudice Inquirente Mantova, lì 19 settembre 1856

    Prima dell’intervento militare, culminato con la disfatta di Adua, vennero promosse varie missioni esplorative al fine di conoscere le potenzialità economiche della regione. Riccardo si stabilì in una capanna dell’avamposto coloniale italiano dal quale gestiva i carichi di fucili delle officine Glisenti e la tratta degli schiavi. Riccardo Giustacchini morì l’8 giugno del 1885 colto da febbre che il suo fisico affaticato non poté sopportare, la Pieve della Mitria ospita una pietra iscritta a ricordo della sfortuna avventura del giovane esploratore.

    Negli anni la ditta conobbe un’apertura a livello nazionale con un giro d’affari ramificato nel nord e nel centro Italia, come emerge dalla serie dei “Libretti informazioni clienti”, conservati presso l’archivio storico Giustacchini, che fornivano notizie sulla solidità economica e morale di persone e ditte potenziali clienti.

    Fiera per il riconoscimento di Brescia come città industriosa, risultato di conquiste e di un popolo giovane e forte, dove Angelo Giustacchini venne premiato con medaglia d’argento, nella divisione Industria della carta e arti grafiche, per i prodotti della cartiera di Nave. Il 1904 fu un anno memorabile per Brescia: venne inaugurato il nuovo tram elettrico, a teatro si assistette alla Madame Butterfly di Puccini e sul corso iniziarono a sfrecciare le automobili del Circuito Automobilistico.

    Tra gli articoli stampati dalla ditta vi è anche il periodico locale “Guasco”: giornale satirico e cronachistico, contro il perbenismo borghese, che ebbe vita breve ostacolato già dalle prime uscite. L’esperienza tipolitografica della ditta Giustacchini terminò nel 1917, probabilmente a causa della concorrenza di importanti azienda locali come la Fratelli Apollonio e l’Unione Tipolitografica Bresciana. Nello stesso periodo il negozio viene trasferito in via Nino Bixio, nei vecchi locali della società per le carte da gioco.

    Li 2 luglio 1916

    Ricevetti il pacco dal Velo, ancora intatto che mi sente caro per cambiarmi, mi ha detto Aristide a venirti ad avisarti come mi scrissi. Si è imprestato poveretto ringrazialo e salutamelo. Ricevetti anche una cartolina di Pinello e una di Giovanni e non mi dicono che hanno ricevuto le mie; si vede che non ci arrivano come mi disse Pinello che è un mese che non riceve nemmeno le tue. Adesso che c'è qui Mini bevo qualche bottiglia di vermut Marsala con cioccolatta, anzi è andato a Caporetto a lavorare la biancheria a suo padrone, cioè tenente medico e si trova con Menech e fece una mangiata di pasta asciutta, mi avrebbe piaciuto essere anch'io, invece porto qualche cosa, pazienza. È stato qui anche il parroco e disse la santa messa in baracca; era dietro ancora che metteva via i suoi libri che sente bestemmiare uno da parte e uno dell’altra, fece una morale e scappò via rabbiato, e disse che è una sporcheria. Pare che stiamo ancora c'è di lavorare ma non siamo così al pericolo. Adesso mi hanno cambiato la pagnocca e non mi fa più male. Io sto bene e spero anche di te, e guarda di andare alle acque e non pensarci se vuoi star bene. Salutami fratelli sorelle a zia Angela a tutti un bacio dal tuo figlio Riccardo. Spero che si finisce [...].

    Nel 1944 Brescia subì i primi bombardamenti mirati a mettere in disuso le vie di trasporto mentre le forze partigiane ampliarono le proprie file e si fece strada una viva solidarietà. Il ragioniere Alessandro Alessandri, prezioso collaboratore dei Giustacchini, fu tra i personaggi direttamente coinvolti nella Resistenza bresciana. Dietro la richiesta dell’amico Astolfo Lunardi, Alessandri soccorse i partigiani con generi di prima necessità, aiutato dalla famiglia Giustacchini. Lunardi e Alessandri parteciparono alla prima fase della resistenza bresciana e mentre Lunardi venne fucilato a Mompiano, Alessandri venne incarcerato a Canton Mombello. Durante la sua prigionia, che durò fino al giorno della liberazione, mantenne sempre un contatto con Davide Giustacchini, con il quale tornò a collaborare dopo la scarcerazione.

    L’azienda dei fratelli Giustacchini, rimasta fedele al nome di colui che la intraprese, è la più importante che da noi si annoveri nel settore della vendita all’ingrosso di carta e cartoni.

    Estratto dal Giornale di Brescia.